Sampdoria
Dovendo provvedere al rifornimento mensile del mio angolo bar, mi punse vaghezza di chiedere ad Archibald quale fosse il suo liquore preferito, domanda a cui il mio eburneo maggiordomo rispose patriotticamente esaltando il corposo sapore del whisky prodotto nelle highlands scozzesi; non potetti che compiacermi per la scelta ma, mentre mi apprestavo a pitteggiare anche le gradevoli doti di alcuni bourbon a stelle e strisce, un giovine garzone, evidentemente memore del recente servigio reso alla Patria, si lanciò in una accorata lode del cordiale preparato dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze e servito, ai miei tempi, in bustine di plastica trasparente per consentire alla truppa di basso grado di affrontare, confortata nel corpo e nello spirito, le fredde notti invernali e le lunghe marce campestri. L’inopportuno e tracotante intervento mi ricordò l”hybris” umano così magistralmente descritto nelle opere di Eschilo e mi spinse a rispondere “ U cordiale?!? Ma cu ccì