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Visualizzazione dei post da settembre, 2011

Ma ccè film è viste ?

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Un caro amico mi ha chiesto lumi in merito ad una espressione ascoltata casualmente e ho ritenuto di far cosa grata ai più rendendo di pubblico dominio l’analisi esegetica dell'espressione seguente. La frase ‘‘MA CCÈ FILM È VISTE?’’ ( Ma quale film hai visto? ) viene di solito impiegata in risposta ad un racconto dalle caratteristiche marcatamente improbabili o finanche impossibili ma che il nostro interlocutore vorrebbe farci credere essere assolutamente vero. Alla categoria appartengono racconti di copule plurime con più partner ed in svariate e fantasiose posizioni nell'arco di una singola nottata, restituzione di tasse e gabelle impropriamente percepite da enti pubblici, relate di promesse elettorali in genere, attraversamento di Taranto da Via Galeso a Viale Europa in dieci minuti netti alle ore 12,00 di un giorno feriale, nomina di Taranto come esempio di vivibilità et similia.

Culedde nò sapeva a funtanedde

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Mentre mi dedicavo ad ordinare la mia collezione di lepidotteri, custodita in un apposita dependance del mio modesto maniero (sapete com'è, le donne accettano sempre un invito ad ammirare una collezione di farfalle, anche se non ho mai capito perché si spoglino già davanti la prima vetrina) ascoltavo soprappensiero le ultime notizie riportate sull' "Herald Tribune" lette con voce stentorea da Archibald, il vecchio maggiordomo che da diversi lustri si prende cura della mia persona. Dopo aver appreso della diatriba tra i deputati e senatori riguardo a presunti sovvenzionamenti sottobanco di alcune formazioni politiche con annesse ristrutturazioni edilizie, acquisti di immobili all’insaputa del beneficiario e prestazioni amorose di procaci fanciulle di cui si ignorava la predisposizione eterica con il classico contorno di "non è vero, se è vero non c'ero, se c'ero dormivo, se non dormivo ero distratto dal decolleté della compagna seduta di fronte a me.&

Il tesoro

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Un giorno Biwenabhirrha, il solerte studente, chiese al Maestro cosa intendesse dire con il detto "La Raffo è per chi se la merita". Il Maestro gli raccontò allora di un uomo che abitava nei pressi del cimitero di San Brunone e che una notte si sentì chiamare da una voce che usciva da una tomba. Troppo pauroso per andare a vedere di persona che cosa fosse, l'indomani mattina raccontò l'accaduto a un amico. Questi, che era un tipo coraggioso, ebbe l'idea di andare la notte seguente al cimitero per sentire la voce.