Il tesoro
Un giorno Biwenabhirrha, il solerte studente, chiese al Maestro cosa intendesse dire con il detto "La Raffo è per chi se la merita".
Il Maestro gli raccontò allora di un uomo che abitava nei pressi del cimitero di San Brunone e che una notte si sentì chiamare da una voce che usciva da una tomba. Troppo pauroso per andare a vedere di persona che cosa fosse, l'indomani mattina raccontò l'accaduto a un amico. Questi, che era un tipo coraggioso, ebbe l'idea di andare la notte seguente al cimitero per sentire la voce.
Così, la notte seguente, mentre il pavido tremava di paura, l'amico se ne andò al cimitero; e, difatti, sentì una voce uscire dalla tomba. L'amico gli chiese chi fosse e che cosa volesse. La voce dal sottosuolo rispose: “Sono una cassa di Raffo nascosta e ho deciso di dare me stessa a qualcuno. La notte scorsa mi sono offerta a un uomo, ma costui aveva troppa paura per venire qua. Il tesoro sarà tuo, invece, perché ne sei degno. Domani mattina verrò da te con sette dei miei servi.”
L'amico disse: “Ti aspetterò. Ma dimmi, ti prego, come dovrò trattarti?”
La voce rispose: “Verremo vestiti da vastasi. Facci trovare pronta una camera con dell'acqua; tu lavati e metti in ordine la casa. Prepara dove farci sedere e tieni pronti otto piatti di riso, patate e cozze. Al termine della colazione ci condurrai in una camera chiusa e lì noi ci muteremo in bottiglie da trequarti piene di Raffo.”
L'indomani mattina l'uomo si lavò, mise in ordine la casa come gli era stato ordinato e poi attese l'arrivo degli otto vastasi, che si presentarono puntuali e l'uomo li accolse con deferenza. Dopo il pasto, li condusse a uno a uno nella stanza chiusa, dove ciascuno di loro si trasformò in una Raffo, come avevano predetto.
L'uomo pauroso, alla notizia che la voce uscita dalla tomba aveva rifornito di Raffo il suo amico, andò a casa sua per prendersela, sostenendo che, in fondo, era a lui che la voce s'era rivolta prima. Ma quando fece per impadronirsi delle bottiglie, l'amico si rifiutò di dargliele. Per dirimere la questione si ricorse alla saggezza di un saggio cozzarulo, che ascoltati i due uomini, infine decretò che le Raffo appartenevano all'uomo coraggioso.
Ed aggiunse questa riflessione: “Così vanno tutte le cose di questo mondo. Gli stolti, pieni di desideri, agognano situazioni vantaggiose, ma hanno troppa paura di cercarle. Non hanno la fede né il coraggio necessari per fare quegli sforzi che soli fanno raggiungere la Raffo, e quindi la vera pace e la sincera armonia”.
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