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ATTACCA U CIUCCIE ADDO’ VO’ U PATRUNE

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Venuto casualmente a conoscenza con qualche giorno di anticipo del forte apprezzamento che avrebbe subito sulla borsa di Tokyo il titolo della ditta Appoggio S.p.A. (spesso data per fallita nel corso degli ultimi anni) mi recai presso il mio broker di fiducia chiedendogli di acquistare per mio conto un paio di miliardi di azioni e consigliandogli di proporre altrettanto ai suoi clienti più affezionati. Eseguita la operazione mi trattenni nel suo ufficio in attesa che il mio autista giungesse a prelevarmi ed ebbi modo di assistere alla telefonata con cui proponeva la stessa operazione ad un altro cliente, ricevendo da questo un fermo rifiuto. Commentando il suo prossimo pentimento non potei fare a meno di esclamare: “ ATTACCA ‘U CIUCCIE ADDO’ VO’ U PATRUNE ” ( Attacca l’asino dove vuole il padrone ) salvo prendere atto che anche alla Bocconi l’insegnamento della lingua tarantina non ha il rilievo che merita e che al mio agente finanziario sfuggiva il significato della frase da me citata

Introduzione (parlando con decenza...)

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Prima di tutto, è bene confessare una cosa: questa modesta raccolta di scritti vuole consentire anche a chi non abbia pratica col dialetto e la filosofia di vita tarantina di conoscere un po’ della nostra storia e cultura, ma solo apparentemente. In realtà è la superba risposta di un popolo conscio del proprio luminoso passato e del suo oscuro presente, un colpo di coda dell’orgoglio dei figli di Taras che si stringono a coorte esclamando  “Chi non ci vuole non ci merita!”. Ebbene si, non badate al corso T.A.R.A.S. quello è fumo negli occhi; la verità è nelle altre pagine, in quelle righe che ospitano espressioni che solo chi ha respirato i metallici fumi dell’Italsider può comprendere, in quei modi di dire cinici e rassegnati che da sempre sferzano e consolano le rughe segnate dalla salsedine di chi dal mare trae gioia e dolore, in quelle frasi usate e abusate da tutti coloro che di fronte ad un forestiero, foss’anche il Papa, si presenterebbero con un “ Nuje? Ce ne vulime de vuje! ”.

Vist’ cippone ca pare barone

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Durante l’annuale riunione conviviale esclusivamente riservata agli insigniti del “ Knight Commander of the Order of the British Empire ” a cui mi onoravo di partecipare, discutevo con il mio vicino di tavola affermando che buona parte del successo di alcuni personaggi oggi considerati dei sex symbol è da attribuire ad una attenta strategia di marketing promozionale oltre che ai miracoli degli addetti alla sala trucco e sartoria, asserzione provata dal fatto che molti di loro dichiarano che prima di essere famosi riscuotevano successi ed apprezzamenti addirittura inferiori alla media. Il mio commensale si dichiarò affatto d’accordo con me, poiché a suo dire l’abito non fa il monaco e quindi detti personaggi incarnano comunque un valore estetico assolutamente notevole, quasi ininfluentemente accresciuto da abiti, trucco, acconciature, comportamento studiati ad hoc. Al motto del mio interlocutore ebbi buon gioco nell’opporre “ VISTE CIPPONE CA  PARE BARONE ” ( Vesti un grosso ramo e sem

FARSI A FEZZA

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TU TE STÈ, IJE ME STOCHE, NINT’ ME DÈ E NINT’ TE DOCHE

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Ero nella sala bricolage ubicata nell’ala nord-nord-ovest della mia modesta magione e stavo procedendo all’assemblaggio di un vibrovaglio circolare adatto alla setacciatura oscillatoria di tipo tridimensionale necessaria per selezionare i sassi di dimensione opportuna alla realizzazione del mio bonseki , quando mi resi conto che non avevo sottomano un cacciavite adatto a stringere le viti delle fascette di fissaggio dei tubi flessibili del circuito idropneumatico di comando dell’apparecchio. Non volendo abbandonare la sala, e volendo far sfoggio della mia padronanza della lingua inglese, mi risolsi a chiamare Archibald, l’immarcescibile maggiordomo che mi ausilia in ogni mio comodo, utilizzando la lingua della perfida Albione: “ Archiba’ – esclamai stentoreo – please bring me a screwdriver, please! ”. Dopo pochi secondi un felpato scalpiccio preannunciò l’arrivo del longilineo butler, che però – con mia sorpresa e disappunto – recava seco non già l’attrezzo richiestogli, bensì

A Madonna sape a ‘cci porta l’orecchine

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Ero nella sala da musica ubicata al piano rialzato della mia affatto modesta magione in un pigro sabato pomeriggio autunnale, intento ad ascoltare “ 23° North and 82° West”dell'orchestra di Stan Kenton . Il titolo del brano evidenziava latitudine e longitudine dell'Avana, capitale di Cuba, annunciando l'esplorazione dei Caraibi e dei loro ritmi esotici in un brano che, nonostante i decenni passati non aveva perso niente del suo smalto.   Un lieve scalpiccio mi annunciò l’ingresso di Archibald, il mio canuto maggiordomo, che veniva a portarmi il bicchiere di rum che gli avevo chiesto per meglio calarmi nella atmosfera caraibica del brano musicale. Mi alzai dalla poltrona per prendere il bicchiere di liquore e vidi passare un lampo di disapprovazione negli occhi del mio anziano famiglio. La cosa fu così rapida che sarebbe sfuggita a chiunque non lo conoscesse bene come me. Posato il bicchiere sul vassoio guardai Archie negli occhi e gli chiesi cosa c’era che n

Do' vote ha essere dritte...

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Ero sul modesto patio della mia umile residenza estiva di Blueshore intento a godere dei benefici effluvi degli stabilimenti limitrofi e ad ammirare la policroma illustrazione di un Ichthyocentaur riportata sul “ Nomenclator Aquatilium Animantium. Icones Animalum Aquatilium in mari et dulcibus aquis degentium... per Conradum Gesnerun Tigurinum. Published by Cristhop. Froschoverus, Zurich 1560 " quando venni raggiunto dall'allampanato Archibald, indefettibile maggiordomo di britannica schiatta, che sollecitò la mia presenza presso il ripostiglio che avevo testè richiesto di far svuotare del contenuto da alcuni nerboruti villici, consentendo loro, quale giusto compenso, di trattenere quanto avrebbero trovato di loro gradimento tra tutte le zagaglie da tempo immemore ivi contenute.   L'ispezione ebbe esito positivo; evidentemente il fatto che ogni oggetto rimosso passasse "ipso facto" nella loro disponibilità, aveva pungolato non poco gli autori della puli