HA LASSATE CRISTE PE SCÈ ALLE COZZE
Deliziavo il mio animo da melomane ascoltando la versione house di “A frusckulona mea” di Mimmo Carrino nella versione remix di Joe T Vannelli, quando mi si parò davanti il solito Archibald, che con ampi gesti delle mani cercava di attirare la mia attenzione al fine di informarmi che la cena era servita in tavola.
Raggiunto il desco e ringraziata la Provvidenza che mi aveva concesso di imbandire la tavola, mi accorsi che le pietanze erano servite dallo stesso Archibald piuttosto che da Galina Vodkaezabov, una prosperosa bionda degli Urali che usava indossare minigonne di lunghezza inversamente proporzionale a quella delle sue chilometriche gambe.
Chiesi chiarimenti di tale grave assenza e il buon Archie mi informò che la figliola aveva chiesto un giorno di permesso per recarsi dalla parrucchiera a sistemare la sua acconciatura.
"E CCE COSE - esclamai - HA LASSATE CRISTE PE SCE’ ALLE COZZE!" (Ha lasciato Cristo per andare a [raccogliere le] lumache).
Ancora una volta incontrai lo sguardo del mio maggiordomo ed ancora una volta colsi la sua silente richiesta di spiegazioni.
Lo misi allora a parte del fatto che l’espressione da me citata viene impiegata per commentare la scelta di qualcuno che trascura e/o abbandona un impegno importante per uno più futile.
Il noto erudito congolese Idi Amin Kozzausugu (Loubomo, 1876 - Incauta obliterazione del titolo di viaggio a bordo dell’autobus di linea 1/2, 1935) nella sua opera “Che cozza vuoi? - Guida alla scelta dei molluschi pugliesi” ricorda l’episodio che sembra abbia dato origine al detto: sembra che durante una processione religiosa nelle campagne, il corteo venne sorpreso da una improvvisa quanto violenta pioggia.
Mentre tutti cercavano un riparo per le statue ed i paramenti, il sacerdote che guidava la processione trascurò gli oggetti sacri per addentrarsi nei campi a raccogliere le lumache (di cui era evidentemente molto ghiotto) che a causa della pioggia iniziavano a spuntare numerose sulla vegetazione.
Gli altri partecipanti alla processione rimasero sfavorevolmente colpiti dal comportamento del religioso e una volta tornati in paese riferirono la cosa coniando il detto che è diventato parte integrante della nostra saggezza popolare.
Raggiunto il desco e ringraziata la Provvidenza che mi aveva concesso di imbandire la tavola, mi accorsi che le pietanze erano servite dallo stesso Archibald piuttosto che da Galina Vodkaezabov, una prosperosa bionda degli Urali che usava indossare minigonne di lunghezza inversamente proporzionale a quella delle sue chilometriche gambe.
Chiesi chiarimenti di tale grave assenza e il buon Archie mi informò che la figliola aveva chiesto un giorno di permesso per recarsi dalla parrucchiera a sistemare la sua acconciatura.
"E CCE COSE - esclamai - HA LASSATE CRISTE PE SCE’ ALLE COZZE!" (Ha lasciato Cristo per andare a [raccogliere le] lumache).
Ancora una volta incontrai lo sguardo del mio maggiordomo ed ancora una volta colsi la sua silente richiesta di spiegazioni.
Lo misi allora a parte del fatto che l’espressione da me citata viene impiegata per commentare la scelta di qualcuno che trascura e/o abbandona un impegno importante per uno più futile.
Il noto erudito congolese Idi Amin Kozzausugu (Loubomo, 1876 - Incauta obliterazione del titolo di viaggio a bordo dell’autobus di linea 1/2, 1935) nella sua opera “Che cozza vuoi? - Guida alla scelta dei molluschi pugliesi” ricorda l’episodio che sembra abbia dato origine al detto: sembra che durante una processione religiosa nelle campagne, il corteo venne sorpreso da una improvvisa quanto violenta pioggia.
Mentre tutti cercavano un riparo per le statue ed i paramenti, il sacerdote che guidava la processione trascurò gli oggetti sacri per addentrarsi nei campi a raccogliere le lumache (di cui era evidentemente molto ghiotto) che a causa della pioggia iniziavano a spuntare numerose sulla vegetazione.
Gli altri partecipanti alla processione rimasero sfavorevolmente colpiti dal comportamento del religioso e una volta tornati in paese riferirono la cosa coniando il detto che è diventato parte integrante della nostra saggezza popolare.
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