JE COM' A PELL' D' A PIZZA

La non improbabile presenza di lettrici di sesso femminile mi ha spinto a riflettere sull’opportunità di proporre quanto segue ma poi l’animo cozzaro ha avuto il sopravvento ed ecco una espressione un po’ hard che porto all’attenzione dell’inclito pubblico: “JE COM’ A PELL’ D’ A PIZZA” (assomiglia alla pelle del pene) che definisce una situazione che si svolge in maniera altalenante senza far prevedere definizioni a breve termine.
Esempio:


“Ma Piero ste ancora fidanzate cu Anna?” (Ma Piero è ancora fidanzato on Anna?)
“See, stu fatte je com’ a pell’ d’ a pizza, nu picche se pigghiane e nu picche se lassane!” (See, questa relazione è come la pelle del pene, un po’ si prendono ed un po’ si lasciano).


L’indeterminatezza di una situazione è parallelata alla estrema variabilità di volume dell’organo genitale maschile (rappresentato qui dal suo “involucro” esteriore) che assume nel tempo consistenza e dimensioni assai diverse in funzione degli accadimenti contingenti.


Corre l’obbligo di chiosare un altro detto che ha diversi punti di contatto con il precedente: “A VITA JE ACCOME NA SAJONGA, A CCI A TENE CORTA A VOLE LONGA” (La vita è come una sajonga, chi la ha corta la vuole lunga).
Qui la filosofia tarantina unisce il sacro ed il profano accostando l’universale desiderio di una esistenza lunga e felice con la voglia, tutta maschile (?), di una virilità prorompente ed “imponente” (la “sajonga” è un eufemistico termine con cui si suole indicare il sesso maschile).

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