La creatività


Un giorno Biwenabhirrha, il giaculante apprendista, chiese al Maestro di parlargli del potere evocativo della Raffo.
Il Maestro gli raccontò di un uomo che sedeva tutte le mattine all'ingresso di una stazione.
Capelli arruffati, barba lunga e incolta, vestiti sbrindellati, chiedeva l'elemosina ai passanti; qualcuno a volte si fermava e lasciava cadere qualche spicciolo nel suo cappello.
Al termine di una giornata raccoglieva i pochi soldi e tornava al suo misero domicilio. Tutto quello che avrebbe voluto dire alla gente l'aveva scritto sul cartone di una scatola: "Mutilato dalla nascita".
L'uomo, infatti, era privo di entrambe le mani.


 Un giorno passò di lì un giovane creativo, lesse il cartello, scambiò due parole con l'uomo poi tirò fuori dalla sua borsa un pennarello e scrisse: "Voi potete stapparvi una Raffo da soli, io no", salutò il mendicante e se ne andò.
Da quel giorno le offerte che cadevano nel cappello si moltiplicarono e l'uomo poté permettersi due protesi che consentirono anche a lui di provare il piacere di stappare ed afferrare una bottiglia di Raffo, e berla alla salute del giovane che gli aveva cambiato la vita.

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