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Visualizzazione dei post da settembre, 2010

T'AGGHIA 'MPARÀ E T'AGGHIA A PERDERE

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Dopo un paio d’ore di infruttuosi tentativi di spiegare le regole base della pirobazia per poter consentire ad Archibald - il gentiluomo da camera 25 ore al giorno attento a soddisfare ogni mio desiderio – di camminare indenne sulle spiaggie joniche dopo i vari falò della notte di Ferragosto, ho esclamato deluso: “ T’AGGHIA ‘MPARA’ E T’AGGHIA PERDERE ” ( devo istruirti e ti devo perdere ). La frase è assai usata quando si voglia esprimere la dolorosa certezza che, nonostante i nostri sforzi, la persona che stiamo cercando di istruire si dimostrerà assolutamente renitente e refrattaria ad adeguare e modificare il suo discutibile comportamento.

HA LASSATE CRISTE PE SCÈ ALLE COZZE

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Deliziavo il mio animo da melomane ascoltando la versione house di “A frusckulona mea” di Mimmo Carrino nella versione remix di Joe T Vannelli, quando mi si parò davanti il solito Archibald, che con ampi gesti delle mani cercava di attirare la mia attenzione al fine di informarmi che la cena era servita in tavola. Raggiunto il desco e ringraziata la Provvidenza che mi aveva concesso di imbandire la tavola, mi accorsi che le pietanze erano servite dallo stesso Archibald piuttosto che da Galina Vodkaezabov, una prosperosa bionda degli Urali che usava indossare minigonne di lunghezza inversamente proporzionale a quella delle sue chilometriche gambe. Chiesi chiarimenti di tale grave assenza e il buon Archie mi informò che la figliola aveva chiesto un giorno di permesso per recarsi dalla parrucchiera a sistemare la sua acconciatura. " E CCE COSE - esclamai - HA LASSATE CRISTE PE SCE’ ALLE COZZE!" ( Ha lasciato Cristo per andare a [raccogliere le] lumache ).

Farsi a fezza

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Mentre sorvegliava che tutti i partecipanti al cocktail party che si svolgeva nel salone degli arazzi della mia modesta residenza primaverile fossero serviti a dovere, Archibald, il mio fedele maggiordomo che si fa un punto di onore nel offrirmi i suoi preziosi servigi, veniva chiamato da uno degli invitati che richiedeva una quantità affatto limitata di bevande alcoliche di varia natura e qualità al fine esclusivo di << farsi a fezza >>. Stante la sua provenienza dalla terra di Albione, al mio sottoposto sfuggiva il significato della frase e mi chiedeva come mai vi fosse nel suo interlocutore la volontà di assumere il sembiante del noto copricapo arabo di forma tronco-circolare indossato anche dagli appartenenti alla gloriosa arma dei bersaglieri.